Musica e morte sono sempre state collegate nella letteratura, nell’arte e nella cultura.

E, che tu ci creda o meno, può aiutarci a spiegare cosa ci succede quando perdiamo una persona cara.

Non solo il potere della musica è spesso associato alla sua capacità di suscitare emozioni dentro di noi. Quando affrontiamo un periodo particolarmente duro, la musica può riuscire a darci conforto creando una sorta di spazio emotivamente sicuro.

Quello spazio, per molti, è di grande aiuto per elaborare il dolore e la perdita.

Tra tutti i fenomeni musicali ce n’è uno in particolare di cui ti voglio parlare, e che a mio avviso descrive perfettamente come percepiamo le nostre giornate quando qualcuno che formava parte della nostra quotidianità viene a mancare.

Non la trovo semplice da spiegare, ma farò del mio meglio.

Immagina di ascoltare un bambino alle prese con il pianoforte.

Sa leggere gli spartiti e suonare i suoi primi accordi: alcuni suonano armoniosi mentre altri no.

Anche se non sei un esperto di musica, riesci a percepire quella nota che stona.

Il bambino è in realtà in gamba, la maggior parte della melodia che ti propone è davvero piacevole, ma ogni tanto noti che alcuni accordi sono stridenti, duri.

Questi accordi ti fanno pensare “non può essere giusto, qualcosa non va”, e nel frattempo ti ritrovi a contrarre il volto come se avessi appena sentito un unghia graffiare una lavagna.

Dura poco, per fortuna.

Il bambino ovviamente si accorge di aver sbagliato, ripete l’accordo e continua con la sua canzone.

Quella che ho provato a descriverti in modo alquanto elementare è la dissonanza nella musica, che si riferisce agli accordi formati da note che, quando suonate insieme, ci sembrano l’equivalente di chiodi su una lavagna.

I toni dissonanti sono instabili.

Creano tensione.

Chi li ascolta non può fare a meno di sentire che qualcosa non va come dovrebbe, e non desidera altro che tornino a suonare accordi più piacevoli.

Gli accordi dissonanti sono proprio quelli che non ci piacciono e che ci sembra di sentire quando una persona cara non c’è più.

Sentiamo che qualcosa non sta andando come vogliamo e cerchiamo il tasto “torna indietro” per rimettere la canzone e farla suonare daccapo, come dovrebbe essere.

Un po’ come se ognuno di noi nella vita di tutti i giorni avesse una sorta di colonna sonora individuale che ci accompagna in sottofondo.

Ci piace. È piacevole e armoniosa.

Ma quando perdiamo qualcuno per noi importante qualcosa cambia.

Note stridenti si fanno largo sullo spartito.

Dal nulla la musica inizia a riempirsi di note storte e contrastanti, nessuno sembra fare uno sforzo per correggere quel tema musicale, anzi, sembra diventare sempre più insopportabile, fino al culmine di un forte e terribile accordo dissonante finale.

A questo punto la canzone sarebbe finita.

Come se qualcuno avesse suonato un accordo stridulo e terrificante su un pianoforte e poi avesse abbassato il coperchio.

Chi sta vivendo un lutto è costantemente accompagnato da queste note che modificano i suoni a cui era abituato.

È immerso in canzoni non familiari, che non gli piacciono. La sua colonna sonora non è più la stessa. Non è più armoniosa e leggera.

Cuore e corpo sono rimasti come congelati, tesi e doloranti, e sembrano in attesa che quelle note oscure tornino a essere quelle di un tempo.

La buona notizia è che la maggior parte di quella tensione e di quel dolore, alla fine, si ammorbidisce.

È vero, forse la tua colonna sonora non tornerà a essere quella di una volta, ma con il tempo di abituerai a melodie diverse.

Come può la musica accompagnarti nei momenti più bui?

Anche se nel mio esempio gli accordi dissonanti sono un errore del bambino, spesso i compositori li usano intenzionalmente per creare determinate emozioni e atmosfere.

Utilizzando toni e suoni che si scontrano inaspettatamente, i compositori sono in grado di evocare sentimenti forti come tristezza e paura.

Mescolando insieme accordi discordanti, possono creare atmosfere inquietanti e attingere a una paura primordiale che aleggia dentro tutti noi.

Allo stesso modo, possiamo usare la musica anche per innescare emozioni opposte e trovare conforto in momenti che sembrano impossibili da comprendere o spiegare.

La musica ci dà l’opportunità di esprimere o chiarire quello che sentiamo senza usare parole, lasciando le note o la voce di altri parlare per noi.

L’ascolto di determinate canzoni può portare chiarezza e fare luce, creando un solco da seguire per elaborare il dolore senza essere sopraffatti dalla tristezza.

Che tipo di musica ci fa davvero bene?

Quando sei in lutto, può essere utile ascoltare musica rilassante che ti aiuterà a sollevare il morale e portare un po’ di serenità nelle tue giornate.

Che si tratti di musica classica dal ritmo lento, melodie folk o canzoni pop. Qualunque genere di cui senti il richiamo può essere un potente abbraccio per la tua anima.

Tuttavia, se la musica rilassante non sembra fare il suo, potresti aver bisogno di altro, che non ti susciti calma, ma il contrario.

Prova a cambiare verso forme più intense di espressione musicale come l’heavy metal o il punk rock.

La musica piena di rabbia e intensità potrebbe non sembrare la scelta giusta all’inizio, ma molti trovano che incanalare emozioni così profonde e intense attraverso questo tipo di musica possa effettivamente essere trasformativo e aiuti a far fronte al dolore.

Ci sono dei neurotrasmettitori responsabili del nostro benessere, che quando vengono rilasciati ci permettono di sentirci davvero bene.

Assumere zuccheri e cibo in generale è decisamente il modo più noto per rilasciarli, ma anche la musica è collegata al centro del piacere nel nostro cervello.

Questo è il motivo per cui la musica può essere un ottimo strumento per sentirci meglio, quasi a prescindere da quale tipo.

Potremmo ritenere che ascoltare musica triste ci faccia sentire giù di tono, ma in realtà quando ascoltiamo musica possiamo percepire le emozioni della canzone, e trarre il piacere che deriva dall’apprezzare la musica stessa.

Se sei più incline a provare qualcosa di diverso (o la musica è già il tuo mondo) gli effetti di cui ti parlo non valgono solo per l’ascolto della musica, ma anche per la sua creazione!

Lo studio ​​Development of the Grief Process Scale through music therapy songwriting with bereaved adolescents di Dalton Thomas e Robert E. Krout ha dimostrato che la scrittura e la composizione musicale migliorano la nostra capacità di elaborazione del dolore.

Impegnarsi attivamente in attività musicali come cantare o suonare uno strumento può quindi rivelarsi utile per aiutare il processo di guarigione.

Pare che in ogni sua forma, la musica riesca a fornire un senso di conforto e connessione per le persone durante i periodi di lutto.

Riduce i livelli di stress, calma l’ansia e aiuta persino con i sintomi associati alla depressione.

Se te la senti, non ti resta che cercare le note giuste per te in questo momento.

Ci tengo però a dire che indipendentemente dal tipo di musica che scegli, è importante ricordare che ascoltare musica non sostituisce la ricerca di un aiuto professionale, se lo ritieni necessario.

Spero che questi semplici consigli possano aiutarti a vivere il tuo lutto, per quanto possibile, in modo un po’ più dolce e a trovare un po’ di sollievo quando serve, senza negare quello che stai provando.

Se può esserti utile, ho scritto un libro con l’intento di guidare tutti coloro che stanno soffrendo per la perdita di una persona cara, o che si stanno preparando a salutarla a causa di una grave malattia. Si intitola “Quel che resta è l’amore” e racchiude il frutto delle mie esperienze professionali e dei miei studi di psicologia del lutto.

Per leggere la presentazione visita questa pagina.

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