C’è una forma di lutto di cui purtroppo si parla troppo poco ed è quello che riguarda i nonni. Quando un bambino o un giovane della famiglia se ne va si tende infatti a stringersi intorno ai genitori, che stanno affrontando questo terribile dolore, dimenticandosi senza volerlo dei nonni.

In realtà questi soffrono due volte, sia per la perdita del nipote, sia perché sanno che i loro figli stanno male. Anche loro hanno il cuore spezzato e, anche se forse non ne parlano, potrebbero avere bisogno di aiuto per passare attraverso il lutto e vivere la loro pena in modo un po’ più sereno.

Se stai cercando di aiutare un nonno o una nonna in lutto, voglio condividere con te alcuni consigli che nascono dalla mia esperienza al fianco delle famiglie che hanno perso un loro caro e dai miei studi sulla psicologia del dolore.

Prima di tutto, vorrei farti riflettere sul fatto che il lutto dei nonni ha delle caratteristiche molto particolari, che lo rendono diverso da ogni altro tipo di lutto. Il nonno infatti è prima di tutto un genitore, che ha dedicato la sua vita a proteggere i suoi figli dalla sofferenza e dalla perdita e quindi non può rimanere insensibile al loro dolore.

Alcuni dei nonni che ho avuto modo di incontrare nel mio lavoro mi hanno confidato di provare dei sensi di colpa, uniti a una sensazione di fallimento. Come se fossero venuti meno al loro compito di proteggere la famiglia. Ovviamente nessuno può essere ritenuto responsabile quando accadono eventi così tragici, ma questi pensieri, per quanto irrazionali, non aiutano a elaborare il lutto. Il dolore di un nonno è quindi unico e merita un’attenzione speciale da parte dei membri della famiglia.

Tieni presente che in Italia la morte e la sofferenza sono un vero e proprio tabù. La ragione affonda le sue radici nella storia della nostra nazione, poiché durante la Prima Guerra Mondiale il nostro governo proibì ai cittadini qualsiasi manifestazione pubblica di lutto e cordoglio. In questo modo si credeva di risollevare il morale della nazione, come se un dolore negato potesse scomparire dal cuore di chi aveva perso in guerra un proprio caro.

Ovviamente non fu così, l’unico effetto di questa disposizione fu quello di creare la percezione che mostrare il dolore fosse sbagliato. Da allora ci portiamo dietro questo fardello e ci vergogniamo di piangere in pubblico o di far vedere che stiamo male per la mancanza di qualcuno che abbiamo amato e che ci ha lasciato.

Lentamente (troppo lentamente, se vuoi la mia opinione) questo tabù si sta dissolvendo, ma le persone anziane sono ancora molto legate al vecchio modo di vivere il dolore. Non è strano perciò che il nonno sia particolarmente restio a esprimere i suoi sentimenti. E non perché non senta di averne bisogno, semplicemente gli è stato insegnato che non si fa. Dovrai essere tu ad aiutarlo a capire che con te può lasciarsi andare senza paura di essere giudicato o criticato.

Inoltre, di solito ci si aspetta che siano le persone più anziane ad andarsene per prime. Tutti noi siamo abituati a concepire la morte come qualcosa di molto lontano dai giovani (soprattutto dai bambini). Anche quando c’è una grave malattia che preannuncia il triste momento in cui un nonno dovrà dire addio a un nipote, è difficile prepararsi al distacco perché la mente rifiuta l’idea.Tutto sembra terribilmente ingiusto e il lutto anticipatorio viene spesso vissuto in modo ancora più angoscioso.

Ecco perché il dolore dei nonni ha in sé anche il tormento di cercare una risposta a quello che è successo. Si ha la percezione che la morte abbia violato le leggi della vita e tutto sembra fuori posto.

Questi sentimenti sono completamente naturali, e in un certo senso necessari all’elaborazione della perdita. Per questo potrebbe essere d’aiuto incoraggiare il nonno a parlarne e a confidarsi, ovviamente senza forzarlo a condividere pensieri dolorosi, ma con amore e pazienza.

Per esperienza posso inoltre dirti che molte persone, con l’avanzare degli anni, si avvicinano ancora di più alla religione e quando subiscono una perdita così grave si sentono smarrite, deluse e arrabbiate con Dio. Perciò può essere ancora più difficile per loro affrontare contemporaneamente al lutto anche i propri dubbi sulla fede. Potresti condividere le stesse convinzioni spirituali oppure no, ma qualunque sia la tua posizione in merito è bene non sottovalutare questo aspetto del lutto perché per il nonno è importante.

Il primo passo, per aiutarlo a vivere la perdita in modo più dolce e a passare attraverso questo periodo così duro, è ascoltare. Non serve essere dei grandi oratori e non è necessario che tu sappia fare discorsi incoraggianti. La tua presenza, il tuo interesse e il tuo affetto saranno un toccasana per lo stato d’animo del nonno.

Ovviamente ognuno ha il suo modo di vivere il lutto, e il suo modo potrebbe essere diverso dal tuo o da quello che ti aspetti. In ogni caso il suo desiderio va rispettato, senza forzarlo a parlare quando non ne ha voglia o spingerlo verso attività di svago che in questo momento non gli interessano. Dovrai tirare fuori tutta la tua sensibilità per capire cosa è meglio fare, ma in generale ti consiglio di fargli capire che sei lì per lui in ogni caso, che sei pronto a stare in silenzio al suo fianco se non gli va di dire niente così come ad ascoltarlo se sente il bisogno di sfogarsi.

Ascoltare può anche voler dire continuare a sentire la stessa storia, ripetuta più volte. Molte persone anziane tendono a reiterare lo stesso racconto o ribadire lo stesso concetto mentre parlano. Porta pazienza, anche questo è un modo per stare un po’ meglio perché di volta in volta la pena si fa un po’ più sopportabile.

Un altro consiglio che mi sento di darti è di aiutare il nonno a capire che può mostrarsi vulnerabile anche con le altre persone che gli vogliono bene. Parlando con i membri della famiglia e con i suoi amici puoi costruire intorno a lui una rete di sostegno. Così il nonno saprà che, se ne sente il bisogno, può piangere e sfogarsi, perché le persone che lo circondano non sono lì per giudicarlo né per farsi sostenere da lui. Al contrario, sono tutti al suo fianco proprio per camminare insieme per un tratto di strada attraverso il lutto.

Ovviamente sarebbe preferibile non usare cliché per consolarlo, cosa che purtroppo succede fin troppo spesso. Per esempio ho sentito persone provare a tirare su di morale un nonno in lutto dicendogli frasi come: “Cerca di reagire, devi farti forza per tuo figlio”. Questo è esattamente il contrario di quello che ha bisogno di sentirsi dire, e si ricollega al discorso del tabù della morte di cui ti ho parlato prima. Visto che è già difficile per lui esprimere ciò che prova, non è consigliabile dirgli di non piangere, di essere forte e reagire.

Il nonno ha bisogno di sentirsi capito nel suo dolore e di sapere che va benissimo se lo libera piangendo, perché ha tutto il diritto di soffrire. Inoltre non esiste una durata giusta del lutto, superata la quale bisogna ricominciare a vivere come prima. Ognuno ha i suoi tempi, quindi cerca se puoi di non mettergli fretta.

Un’altra argomentazione molto frequente, e altrettanto inopportuna, è: “Vedrai che presto tuo figlio ti darà un altro nipotino”. Ti consiglio di evitare questo approccio, perché presuppone che il bambino che non c’è più possa essere facilmente sostituito. Questo potrebbe far stare ancora peggio il nonno perché per lui ogni nipote è unico e si sentirebbe incompreso e solo nella sua sofferenza.

Insomma, alcune volte le migliori intenzioni generano frasi che hanno ben poco di consolatorio. Nel dubbio, meglio limitarsi ad ascoltare e offrire piuttosto un aiuto pratico. Il nonno, per esempio, potrebbe avere bisogno di una mano in casa, per cucinare, pulire e fare il bucato. Tutte quelle attività che normalmente svolge da solo (e che magari sono il suo passatempo) potrebbero diventare più pesanti durante il lutto. Aiutarlo occupandoti per lui di queste incombenze sarà un modo semplice ed efficace di dimostrare la tua vicinanza.

Infine, un discorso a parte meritano le feste, in particolar modo quelle che il nonno era solito passare insieme al nipotino. A seconda delle abitudini della famiglia questi momenti di condivisione possono riguardare il periodo natalizio, il carnevale o magari i pomeriggi estivi. In ogni caso all’avvicinarsi di quel periodo il nonno probabilmente sentirà ancora più acutamente la mancanza del nipote. Perciò è preferibile non lasciarlo solo in quei giorni e avere particolarmente cura di lui.

Anche a distanza di tempo, quando ti sembra che abbia superato la fase critica e che stia iniziando a elaborare il lutto, queste festività probabilmente risveglieranno dei ricordi dolorosi. Un tuo messaggio, una visita o una telefonata saranno perciò un dono inestimabile per il nonno.

Ho riassunto in questo articolo alcuni spunti, nati dalla mia esperienza accanto alle persone che hanno perso un loro caro, ma sul lutto ci sarebbe tanto da dire. Per questo ho scritto un libro che racchiude la mia esperienza, i miei consigli e riflessioni sull’argomento. Il mio intento è quello di aiutare tutti coloro che stanno vivendo un lutto a vivere questa pena in modo un po’ più dolce.

Penso che potrebbe essere utile sia a te che al nonno, che potrebbe trovare consolazione leggendolo. Se ti fa piacere, trovi la presentazione qui.

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